martedì 26 febbraio 2008

A letto con mamma e papà



Una giovane coppia "costretta" a consumare un rapportosessuale nel letto matrimoniale occupato dai genitori

PARIGI - Gli universitari italiani fuori sede lo sanno bene: trovare un tetto per studiare in una grande città non è facile, un po’ per la carenza di strutture, un po’ perché, come raccontato l’ottobre scorso dal Corriere gli affitti sono molto salati e spesso senza garanzie di un contratto regolare. Le cose non vanno meglio per i colleghi francesi, talmente disperati da dover fare l’amore nel letto di mamma e papà: almeno così racconta, provocatoriamente, un poster ( ■ GUARDA) realizzato dall'Unef, il sindacato degli studenti transalpini, in cui si vede una giovane coppia "costretta" a consumare un atto sessuale nel letto matrimoniale occupato dai genitori (di lui o di lei, poco importa). Significativo anche lo slogan: «Alcuni fanno finta che gli studenti non abbiano problemi di alloggio…».

RISULTATI - La campagna che in Italia scatenerebbe sicuramente molte polemiche, in Francia sembra aver già dato i suoi frutti: il ministro dell’Università Valerie Pécresse ha annunciato un piano di investimenti pari a 620 milioni di euro per costruire 5.000 nuovi alloggi e ristrutturarne 7.000 all’anno, fino al 2012. In agguato però c’è lo spettro della recessione, che attanaglia tutta l’Europa, e potrebbe costringere il governo a destinare quei fondi a problemi più urgenti. Il terrore degli studenti è che alla fine si possa ricadere in una soluzione già proposta in passato dal governo: l’affitto intergenerazionale, vale a dire l’ospitalità concessa agli universitari da persone anziane, aiutate così a sbarcare il lunario. Non a caso il poster dello scandalo sembra essere pensato anche per questa opportunità: i due “intrusi” di spalle nel letto in cui si consuma la passione potrebbero essere anche i nonni.

Marco Consoli

26 febbraio 2008

non ho fatto il classico io, ho fatto il Carducci!




Studenti-detective riscoprono le statue dopo 44 anni, coperte di scritte. Aiutati da professori ed ex allievi, vogliono esporle di nuovo

Ci sono sette statue, nascoste in un deposito del liceo Carducci. Sono i «Sette savi» scolpiti da Fausto Melotti. Lo scultore le donò al liceo, i carducciani le imbrattarono (vandali e writer c'erano anche negli anni Sessanta) e dal 1964 nessuno ne ha saputo più nulla. Ma ora, dopo oltre 4 decenni di oblio, le cose potrebbero cambiare. Gli studenti, un gruppo di professori e l'associazione degli ex allievi le hanno ritrovate e adesso vorrebbero restaurarle per esporle nuovamente al pubblico. Magari risolvendo anche un piccolo mistero: quelle opere potrebbero essere precedenti alle «gemelle » conservate nei giardini del Pac. E, dunque, valere migliaia di euro. Sette opere dimenticate, uno tra i più autorevoli esponenti dell'astrattismo, un gruppo di giovani Sherlock Holmes. Sono questi gli ingredienti del più straordinario giallo artistico legato ad una scuola.

La storia risale ai primi anni Sessanta, quando Melotti, probabilmente per la sua amicizia con il carducciano Emilio Tadini, regalò le sue statue al liceo. In realtà, lo scultore si era già cimentato con i «Savi»: il gruppo, creato nel 1936 per la sala «Coerenza uomo» della VI Triennale di Mi-lano, comprendeva 12 figure in gesso con l'impronta di una mano sul petto. Cinque statue furono distrutte durante la guerra. Le altre sette furono riproposte in pietra e Melotti le fece collocare nel cortile del Carducci. «Dopo il 1964 — scrive Annarita Avenia, redattrice del giornalino scolastico l'Oblò sul cortile — le statue furono spostate in un deposito: alcuni studenti si erano divertiti a imbrattarle e una era caduta». L'episodio di vandalismo era già stato raccontato nell'edizione ottobre-novembre '62 del «Mister Giosuè »: l'articolo parlava di «profanazione delle erme» da parte di alcuni ignoti che dipinsero i savi in modo «umoristico-dissacrante». Altro particolare: qualche ex allievo di oggi sostiene che una testa fu sepolta al passo dell'Aprica da «carducciani sciatori» riuniti per i campionati del liceo.

Da allora l'oblio. Addio statue. Addio Savi, filosofi della Grecia classica. Dimenticati in uno scantinato, relegati all'incuria, attaccati dalla polvere. A un passo dalla rovina. Il primo a lamentarsene fu proprio l'artista (che morì a Milano nel 1986): sempre secondo gli ex allievi, negli anni Settanta il Comune di Milano si mise in contatto con Melotti per chiedergli un intervento di restauro sui Savi. Lui, indignato per il vandalismo, rifiutò, dicendo che le statue andavano rifatte. Il Comune accettò, commissionando alla bottega di Carrara una copia in marmo dell'opera, con l'aggiunta di una piattaforma su cui appoggiare le statue. Al momento del ritiro, Melotti cambiò idea sul basamento e non lo volle più. Le nuove statue, allora, furono sistemate al Pac. A Rovereto, città di nascita dell'artista, ne sono esposte altre sette in gesso: sulla guida della mostra le originali risultano perdute. Tanti piccoli tasselli di un unico mosaico che riporta alle sette statue dimenticate in uno scantinato di proprietà del liceo.

I ragazzi, accompagnati dal professor Vincenzo Viola (uno degli autori della scoperta), di tanto in tanto vanno in gita al deposito «del tesoro». Ora vorrebbero avvertire la Sovrintendenza e far valutare le statue a un gruppo di esperti: «Potrebbero valere centinaia di migliaia di euro». La preside, Mirella De Carolis, frena: «È nostra intenzione intervenire e agire, come sempre, nel bene degli studenti e della scuola. Ma è necessario procedere con calma». L'associazione degli ex allievi sta cercando l'atto di donazione delle opere. I professori stanno contattando un gruppo di esperti che confermi la loro originalità. La preside è al lavoro. Insomma, qualcosa si sta muovendo. Dopo 44 anni le sette statue, cinque integre, due senza testa, potrebbero tornare nel cortile di via Beroldo. Vandalizzate dagli studenti degli anni Sessanta e riscoperte da quelli del 2008.

Annachiara Sacchi

26 febbraio 2008

martedì 19 febbraio 2008

l'esame fuffa

Il trucco è semplice, ma diabolico. Uno stratagemma raffinato per attirare centinaia di studenti agli esami garantendo il massimo dei voti con il minimo dello sforzo. In cambio dell'acquisto dei testi curati dal professore stesso, sui quali ovviamente lui prende una percentuale: da tre a cinque a seconda dei crediti, per una spesa che varia dai 60 ai 90 euro. A raccontare la tecnica sono gli stessi ragazzi: «Basta comprare i libri nuovi e l'esame è fatto. Durante l'interrogazione infatti il professore li controlla uno a uno, attentamente. Chiede sempre un argomento a piacere e mentre lo studente risponde segna il libro con la biro, di solito riempie una lettera nella prima pagina della bibliografia». Un puntino nero che vale un trenta e lode. E se i libri non sono nuovi?

«Quelli che vendono usati sono tutti già vidimati – continuano gli studenti – Se li hai tutti di seconda mano ti fa una domanda in più e il voto non supera il 25, salvo alcune eccezioni». Ecco come si passa l'esame di letteratura tedesca all'università Statale. Non saranno mazzette, ma basta passare una mattina insieme ai ragazzi seduti per terra in corridoio in attesa di sostenere la prova, per capire che il procedimento non è del tutto regolare. «La prima cosa che ti chiede, quando entri nella sua stanza – racconta Marco, iscritto a Lettere moderne – è di fargli vedere i libri. Poi arriva la domanda a piacere. Una, due al massimo. Il tutto dura non più di dieci minuti, anche meno. E mentre stai ancora parlando il prof ha già segnato sul libretto il voto: trenta e lode».

Piazza Sant'Alessandro, dipartimento di lingue, piano seminterrato. È qui che una volta al mese – o quasi – centinaia di studenti danno quello che nei chiostri della Statale tutti chiamano l'esame «fuffa». Il classico appello facile, che alza la media sul libretto e si prepara in fretta. Lo danno tutti, o quasi. All'ultima chiamata, qualche giorno fa, gli iscritti erano più di 150. Nel 2007, stando alle statistiche ufficiali dell'ateneo, è stato uno degli esami più gettonati della facoltà di Lettere e filosofia. L'hanno fatto in 580, contro due sole tesi seguite dal professore in questione. Per avere un'idea della media di facoltà, una letteratura straniera qualsiasi viaggia sui 150-200 esami l'anno, con decine di tesi discusse.

Lo stesso professore di tedesco, fino a qualche anno fa, non superava i dieci studenti ad appello, poi, improvvisamente, è arrivata una gran folla. Alcuni sono realmente interessati alla materia, come Francesco di Lettere classiche, che i libri li ha comprati solo a metà (si è diviso la spesa con un compagno di studi), ma li ha letti tutti con passione. «Che delusione – dice – La prima cosa che mi ha detto quando mi sono seduto è stata "Mi faccia vedere i libri". Poi mi ha fatto due domandine e via. Ho risposto bene, ma mi ha dato solo 28. Un voto che mi abbassa la media». Ma alla maggior parte dei candidati il tormento di Kafka e la tragedia di Hofmannsthal non suscitano alcuna emozione. «Devo dare un esame obbligatorio di letteratura o uno lingua straniera – spiega Giovanni di Scienze dell'Ambiente – Mi hanno detto che questo va via liscio. In effetti ho studiano due giorni e ho preso 28».


Il trucco va avanti da anni. «Il prof è già stato beccato quest'estate – racconta un altro ragazzo – ma sembra che non gliene freghi un tubo». Un primo scandalo scoppiò nel luglio scorso quando il giornalino dell'università Vulcano fece un'inchiesta.
La storia rimbalzò nei blog degli studenti scatenando un acceso dibattito e il professore pare abbia ricevuto un richiamo da parte dell'ateneo. Allora la tecnica era più spudorata: durante il colloquio per concordare il programma allo studente veniva proposto di comprare i testi direttamente da lui «perché non è facile trovarli in libreria». Ora i libri si devono acquistare comunque, ma in Cuem, e il prof si limita a controllare che siano effettivamente nuovi. Quindi li segna con la penna, bloccando così il mercato dell'usato e il passaggio del testo di mano in mano. Il risultato è rimasto il medesimo: il numero degli studenti che fanno l'esame è ancora altissimo. Di questi solo una minima parte, quelli che hanno frequentato il corso, vengono interrogati dall´assistente. Gli altri passano sotto il professore. Che, tra le altre cose, tiene gli esami nella sua
gli esami nella sua stanza. A porte chiuse, senza testimoni.

da Repubblica.it


In tutto questo il problema è che chi è veramente interessato alla letteratura tedesca (quale per esempio me medesima) si trova costretto a fare un esame fuffa, con libri fuffa e con un professore fuffa.
Certo, di esame fuffa non è certo l'unico, questo del nostro Prof. X, ma mai ne ho visti di così smaccatamente pilotati.
E se proprio vogliamo denunciare qualcosa alla Statale, io avrei messo in primo posto ben altro (senza levare nulla alla "spettacolarità" di questa notizia che fa effettivamente rabbrividire).

ps: commento al giovane Francesco, che ha gabbato il professore..eh bè 28 gli ha abbassato la media...min**** scusa!

domenica 17 febbraio 2008

Seven Seconds



In Africa molte persone vivono con meno di un dollaro al giorno.

Il microcredito permette ai più poveri di ottenere piccoli prestiti per costruirsi un futuro migliore.

Il musicista Youssou N'Dour ha creato Birima, un programma di microcredito per il Senegal.

UNITED COLORS OF BENETTON




giovedì 14 febbraio 2008

giovedì 7 febbraio 2008

Carnivaaaaaaaaaaaaaal!!!



Vince il titolo di maschera più bella, l'intelligentissima Viviane Castro e il suo "copripube" di 4 cm (si è sforzata la ragazza!).

Il Carnevale di Rio certo non brillava in sobrietà (ma ci andava anche bene così), ma la f**** deve sempre far parlare di sè, e le zozze vincono a tutto campo.

A noi povere donne con dei "copripube" alla Bridget Jones, quando ci proviamo, e sfoggiamo le nostre culotte alla brasiliana (toh, guarda il caso!), non ci caga nessuno... E ovviamente noi povere donne normali, con dei fidanzati maniaci del calcio e del fantacalcio, non ci possiamo nemmeno sognare di andare a sculettare mezze nude al carnevale!

A Viareggio mi vestirò da porcella, si può?

sabato 2 febbraio 2008

Vday

Un po' di Persepolis per tutti!